mercoledì 9 luglio 2008

x la prof

cara prof vlv dirle ke lei mi manka moltissimo spero ke lei guarda il mio kommento le voglio un mondo di bn
un bacione Alessandra

giovedì 5 giugno 2008

L'ultimo giorno del corso archeogroup.




Ciao sono di nuovo Michela, vi volevo dire che oggi 5 giugno 2008 è l’ultimo giorno che facciamo questo corso.
A me dispiace molto, perché andando a questo corso imparavo cose dell’antichità e stavo in compagnia e questo corso mi è servito molto perché ho imparato a riconoscere le anfore se erano da trasporto o da mensa, ho imparato meglio come lavorare la ceramica, ho imparato quante cose ci sono a Favignana che io non le avevo mai viste e le ho imparate anche grazie a mio padre Marco abbiamo visto dei pezzettini di anfore attaccati in un terreno, abbiamo visto una grotta in cui dentro c’è una roccia a forma di un cavallo, abbiamo visto in un’altra grotta che l’unica cosa che è antica è un cavallo, infine abbiamo visto le tomba puniche.
Ma non siamo andati solo in questi posti ma anche siamo usciti andando a Marsala a museo a vedere la nave punica e altro.
Io mi sono divertita molto a lavorare con la ceramica anche perché mi piace, e ho costruito una maschera che secondo la legenda veniva messa nei volti dei bambini che stavano per essere uccisi e per non farli prendere dallo spavento, poi ho costruito un ciondolo e ieri abbiamo formato la cristallina (una sostanza liquida e bianca che senza di questa la ceramica non si può pitturare) che la dovevamo lasciarla riposare così oggi potevo pitturare la ceramica. La ceramica si immerge dentro questa sostanza
e la ceramica dopo averla immersa deve essere asciugata e dopo asciugata diventa bianca.
L’unica cosa che sono rimasta dispiaciuta è che quando siamo andati a vedere le tombe puniche c’era caldo e io ero con l’infradito e, per andare a vedere queste tombe si doveva passare in mezzo a tanta erba e piante con la spine e io mi sono spinata tutta nei piedi.
Io mi sono divertita molto e per me è stato molto impegnativo. Ciao, spero di rivederci il prossimo anno tramite Internet. Michela!

L'esperienza di questo corso!!!


Mi chiamo Alessandra, per me questo corso è stato molto istruttivo perché abbiamo scoperto cose che ancora non conoscevamo della nostra splendida isola “FAVIGNANA”.
Per me le spiegazioni e le uscite fatte con le insegnanti sono state divertenti ma soprattutto impegnative, perché c’è stato un giorno in cui abbiamo cercato delle TOMBE PUNICHE .
Siccome non sapevamo dove si trovavano abbiamo chiesto aiuto al pittore Gianni Mattò, e ci ha accompagnato , e le abbiamo trovate in un giardino.
Abbiamo fatto delle foto nelle quali alcuni nostri compagni si sono messi nelle tombe per farvi vedere la loro grandezza e lunghezza.

Alessandra

mercoledì 4 giugno 2008

LE TOMBE PUNICHE DI CONTRADA ARENA-MOLINO A VENTO

In un’area quasi al centro dell’isola è stata rinvenuta una necropoli punico-romana. Gli scavi sono stati condotti dalla Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani nel 1996, anche se già da tempo la zona era conosciuta per le testimonianze di epoca preistorica ed ellenistica.
L’area, pianeggiante, è delimitata ad ovest da un basso pendio roccioso ed oggi è coltivata a foraggi e recintata, trattandosi di proprietà privata.
Dalla strada si distinguono alcune formazioni rocciose naturali dove sono ricavate le sepolture.
La forma delle tombe, in tutto una ventina, è stretta ed allungata; esse presentano la particolarità di essere piuttosto profonde (circa 120 cm.) come abbiamo potuto verificare entrando dentro una di esse. Le sepolture sono tutte orientate in senso nord est/sud ovest.
All’interno non è conservato il corredo funerario, il che ci fa capire che tutte le tombe sono state violate e depredate dai clandestini, forse già nell’Ottocento.
I pochi frammenti di anfore che sono stati trovati all’interno delle tombe si datano tra il III ed il II secolo a.C.
Ad Est di questo lembo della necropoli sono state messe in luce sei tombe a fossa, scavate a poca profondità nel terreno, orientate in senso Nord-Sud, probabilmente databili ad una fase successiva, intorno al II secolo a.C.
I due tipi di tombe, scavate nella roccia o nel terreno, sono molto simili a quelle trovate nella necropoli di Lilibeo.

Sercia Jonas

UNA BELLA AVVENTURA

Noi del corso Archeogroup oggi siamo andati a vedere delle tombe puniche.
Noi eravamo sicuri che sapevamo il posto in cui c’erano le tombe, ma alla fine noi non lo sapevamo, e lo abbiamo chiesto a un amico di un nostro compagno e lui c’è lo aveva detto, e ci siamo andati. Quando eravamo arrivati in quel posto in cui quel signore ce lo aveva indicato, non lo sapevamo più, allora siamo ritornati indietro da quel signore, e ci ha accompagnati lui. Abbiamo scavalcato un muretto, e dopo abbiamo camminato in mezzo a tanta erba e spine, e la professoressa Coppola si spaventava delle zecche e dei pidocchi, ma in verità i pidocchi non c’erano.
Infine finalmente abbiamo visto quelle bellissime tombe, perfino erano 5 . Erano profonde e strette e abbiamo raccolto anche dei piccoli pezzetti di ceramica.
Dopo abbiamo fatto una breve sosta, e 2 nostri compagni Manuel e Jonas ci hanno detto che già da un po’ di tempo avevano visto una specie di grotta però piccola e l’archeologa non è riuscita a capire se era vero una vera e propria grotta e se era ancora da scavare. Dopo questa sosta ci siamo incamminati e c’era una mia compagna che si lamentava continuamente, ma non vi dico chi era perché poi mi ucciderà. Infine siamo arrivati a scuola stanchissimi e ci siamo messi a lavorare al computer e questo e tutto del giorno 30/05/08.
Michela!

venerdì 30 maggio 2008

Anfore fenicie e puniche


Le anfore vennero utilizzate nell’antichità come contenitori per trasportare generi alimentari, sia solidi che liquidi. Si tratta di recipienti dalle pareti spesse, perché non si rompessero durante i trasporti, con due anse robuste
(i manici)ed un fondo a punta per poter afferrare l’anfora anche alla base. Il collo poteva essere allungato e di forma cilindrica, come nella maggior parte delle anfore greche e in alcune anfore puniche, o poteva essere appena indicato, come in quasi tutte le anfore puniche e puniche. Le anfore vengono realizzate in argilla; il corpo è modellato a tornio e le anse sono eseguiti a mano ed in seguito applicate.
Sull’isola di Mozia sono state trovate sia anfore di tipo greco che anfore di tipo fenicio e punico. Le più antiche anfore finora ritrovate sono databili alla fine dell’VIII sec.a.C.; si riconoscono per la forma del corpo che si può paragonare a quella di un “cuore”. Dagli scavi della necropoli provengono anfore intere, utilizzate come urne cinerarie. In seguito il coro dell’anfora si allunga fino ad assumere, nel IV sec.a.C., una forma quasi cilindrica, in alcuni casi con delle scanalature sul corpo, per poterle meglio afferrare. Come detto, le anfore servivano per trasportare gli alimenti da una ragione all’altra; come coperchio venivano usati diversi materiali, a seconda del tipo di collo del vaso: se il collo era lungo, si potevano utilizzare pigne o piccoli vasi cilindrici che venivano infilati nel collo e poi erano sigillati con resina o catrame o calce. Nel caso delle anfore fenicie e puniche, quasi tutte senza collo, molto probabilmente si usavano pelli di animali, impermeabilizzate con catrame e trattenute con funi o coperchi realizzati oppositamente per le anfore.

Il vaso “a chardon” è frequente nelle tombe più antiche della necropoli; è privo di anse ed è ha una particolare forma rastrellata (a cardo) che dà nome al vaso. Non si conosce la funzione di questo contenitore.

Il “dipper”, vaso – attingitoio, presente nelle colonie occidentali e nelle città della Fenicia, aveva, probabilmente, la funzione di trasferire piccole quantità di liquidi costosi o pregiati (olio, vino?) da un contenitore di grandi dimensioni (anfora cratere) ad altri più piccoli (brocche)

Il piatto è presente in tutte le colonie occidentali e proviene da modelli già usati delle città della Fenicia. È probabile che l’uso di questo contenitore, non particolarmente capiente, sia collegato ad abitudini alimentari che prevedono cibi a basi di carne o pesce oltre alle polente che dovevano essere consumate in ciotole più profonde.

Le lucerne, necessario per l’illuminazione, sono dei piccoli piatti provvisti di uno o due beccucci per lo stoppino.

Vanessa e Serena

La navigazione




I fenici erano riconosciuti, nel mondo antico, come marinai di eccezionale cura e come mercanti esperti, il legame tra la navigazione e i traffici commerciali fu uno dei maggiori fattori di sviluppo economico e culturale delle antiche civiltà perché il mare era la via di comunicazione più veloce che della terra. I fenici navigavano di notte grazie all’osservazione della costellazione. Tutto quello che sappiamo delle navi dei fenici proviene da immagini scolpite su pietra.

Nave ausiliare : è la ricostruzione ipotetica dai resti di uno
Scafo rinvenuto nello Stagnone di Marsala e appartenente ad
una nave da guerra ausiliaria, provvista di 17 remi per lato e
di prua affusolata per effettuare rapide manovre durante le
battaglie.

Hippos : dal greco “cavallo” ; il nome era dato dalla
Caratteristica prua decorata con una testa di cavallo. Era
Un’imbarcazione da trasporto fornita di vela e di remi

Gaulos: dal greco “arrotondato”;si tratta di
Un’imbarcazione da trasporto dotata di uno
Scafo”a guscio”, provvista di remi, su due livelli, e di
Un ponte molto alto.

Vito